Innanzitutto come UILPA esprimiamo soddisfazione per la convocazione da parte della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati delle OO.SS. per formulare osservazioni sul denominato “decreto del fare”.

La prima considerazione che questa scelta non è assolutamente in linea con la conduzione politica del Ministero della Giustizia che da tempo opera in assoluta autonomia e unilateralità su tutte le tematiche del settore.

Non è casuale che i Sindacati di categoria di CGIL CISL E UIL quelli cioè che organizzano i lavoratori dipendenti di tutta la Pubblica Amministrazione e non i   Sindacati di settore si sono visti costretti a reiterare una richiesta di incontro al Ministro Cancellieri che evidentemente presa dalle sue discussioni sulle lobby non trova il tempo per ascoltare i preziosi contributi di chi rappresenta i dipendenti giudiziari.

E come in un film già visto dopo l’audizione del Ministro nel quale aveva ritenuto CENTRALE per la vita del Paese l’affidabilità del sistema giudiziario e la sua costante ricerca di un dialogo con tutte le componenti del mondo giudiziario, mi sembra di poter affermare come UILPA, anche alla luce della dura iniziativa assunta dagli Avvocati, che i primi passi non sono stati mossi verso la giusta Direzione (e se si lamentano gli Avvocati di non essere stati ascoltati cosi dovremmo  fare Noi rappresentanti del personale???).

Tutto quello che sta succedendo a partire anche dalle sentenze della consulta relative alla geografia giudiziaria, in presenza di un largo consenso politico nella necessità di rinviare la partenza e l’opposizione tenace devono farci comprendere chi sono i poteri forti.

Dopo questa breve premessa dovuta veniamo ad esprimere poche ma riteniamo importanti per noi considerazioni sul decreto del fare.

Riteniamo assolutamente SBAGLIATO e siamo assolutamente CONTRARI continuare ad operare secondo i contenuti e le scelte inserite nel decreto.

Ancora una volta chi ha il potere di organizzare meglio il servizio giustizia commette l’errore di guardare l’Amministrazione GIUDIZIARIA in maniera molto miope solo da una visuale quella dei Magistrati proiettandosi come per le sezioni stralcio a pensare di eliminare l’enorme arretrato esistente procedendo ad una COTTIMIZZAZIONE del lavoro come se assumere 600 magistrati onorari ed una pattuglia di stagisti (TUTTE MISURE CHE PREVEDONO NOTEVOLI COSTI) possano rilanciare il servizio giustizia.

Continuare a procedere in un solo senso, quello dell'aumento degli organici di magistratura non risolverà il problema "strutturale" della bassa efficienza degli Uffici giudiziari! Ogni anno viene bandito il solito concorso a 350 posti di uditore, ma fra poco non ci sarà neanche più il personale per garantire l'organizzazione del predetto concorso, affidato al Ministero della giustizia nonostante si tratterebbe di incombenza rientrante per legge nelle competenze del CSM….

Coma si fa a non comprendere che 8.790 sono magistrati togati ai quali aggiungere 7.833 onorari (VPO e GOT) e 3.900 Giudici di Pace, per un totale di 20.523, a fronte di 39.000 dipendenti giudiziari che determina un indice 1.9 dipendenti  per ogni magistrato. Un indice bassissimo. Presso la cancelleria lavoro del tribunale ordinario di Roma ogni cancelliere deve seguire ben 4 giudici! Una volta il rapporto era esattamente inverso…

Si continua a parlare  - e lo ha fatto il Ministro di notevoli carenze di organico – e poi si emana un provvedimento che come già detto costa che mette al centro la produzione di sentenze facendo finta di sapere che arrivare a fare una sentenza e effettuare tutte le incombenze successive alla sentenza sono cose che non esistono che non finirebbero per ricadere su quel personale giudiziario davvero considerato “INVISIBILE” non solo per la politica ma anche per quei Magistrati che invece di produrre sentenze si occupano di organizzare il personale e le varie Direzioni dell’Amministrazione Giudiziaria in attuazione delle prerogative di AUTONOMIA ED INDIPENDENZA che non sono proprie della funzione di Direttore Generale.

Alla senatrice FERRANTI mi piace ricordare che in occasione di una sua visita in Corte di Appello in compagnia dell’on. ORLANDO fu informata dal Presidente della Corte di Appello di ROMA dell’esistenza di ben 20.000 sentenze emesse dai vari collegi che rimanevano negli armadi delle cancellerie per mancanza di cancellieri in grado di pubblicarle.

Non merita credo alcun commento il ricorso a figure a cui mettiamo il limite di età di 75 anni e 60 anni e soprattutto stiamo proseguendo la “privatizzazione del servizio GIUSTIZIA” che una volta si riteneva prestigioso facendo sempre più ricorso a personale esterno anche in un settore dove la RISERVATEZZA di quello che si fa dovrebbe avere carattere prevalente.

Abbiamo numerosi esempi di casellari nelle mani non  di personale giudiziario ma di esempi in questa direzione ne potremmo fare moltissimi.   

Questa è un Paese che a detta di tutti e Noi concordiamo ha BISOGNO di RIFORME.

Ma le riforme sono una cosa talmente importante che per riuscire nel loro intento hanno bisogno di gambe e di CONDIVISIONE.

Fino a quando chi opera e deve predisporre interventi atti a migliorare la qualità del servizio lo farà esclusivamente nell’ottica di gestire un potere e non di rendere un servizio al Paese non si andrà da nessuna parte.

Qualunque modifica dell’organizzazione dei servizi della giustizia ha un solo Nodo attraverso il quale il passaggio ha la possibilità di riuscita : VALORIZZARE IL PERSONALE GIUDIZIARIO.

Sarebbe, in merito, fondamentale ricordare ai componenti della commissione che il personale giudiziario viene ingiustamente definito "amministrativo" in quanto questi non svolge attività di supporto amministrativo al giudice. Il cancelliere, l'Ufficiale giudiziario, l'assistente giudiziario, e il funzionario giudiziario "INTEGRANO LA GIURISDIZIONE".

Chiunque pensa di poter operare in maniera diversa non VUOLE MIGLIORARE IL SERVIZIO GIUSTIZIA da offrire alla collettività.

Chi opera all’interno e vive gli Uffici Giudiziari dovrebbe conoscere appieno la Professionalità la competenza l’impegno e lo spirito di abnegazione e sacrificio del personale interno che a tutt’oggi continua ad operare per evidenti Responsabilità dell’Amministrazione senza Straordinari, senza buoni pasto e senza le competenze accessorie destinate a retribuire il lavoro che quotidianamente si fa.

Un miglioramento del servizio che è obiettivo di questo decreto può passare solo esclusivamente attraverso una valorizzazione del personale interno.

Ma quanti stagisti abbiamo nel Ministero, cioè personale qualificato INTERNO con tutti i titoli richiesti che potrebbe essere valorizzato e svolgere certi compiti con riduzione dei relativi costi? Qualcuno si è mai posta questa domanda.

Così come si potrebbe, anche ottenendo risparmi, organizzare meglio il lavoro degli ufficiali giudiziari e su questo tema condividiamo l’iniziativa di alcuni parlamentari che hanno predisposto degli emendamenti in materia.

Di esempi ne potremmo fare tanti.

Non crediamo che certe iniziative che mettono al centro il personale siano condivise dai vertici dell’Amministrazione Noi siamo solo degli invisibili.

In definitiva, il Servizio Giustizia funzionerà solo quando si darà attenzione all'organizzazione dello stesso in chiave sistematica, senza cioè tralasciare ogni sua componente.

Crediamo che di motivi per sostenere la nostra contrarietà ne abbiamo forniti tanti e abbiamo forniti spunti di osservazione a questa Commissione a cui rinnovo il ringraziamento per la disponibilità. 

 

IL RESPONSABILE UILPA settore GIUSTIZIA

(Nicola TURCO)