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“Un fallimento annunciato”. Secondo il segretario nazionale e coordinatore nazionale Giustizia della Uil Pa, Nicola Turco, la riforma che riguarda la riorganizzazione delle circoscrizioni giudiziarie in partenza domani era necessaria, ma non andava fatta in questi termini. La chiusura del 47% degli uffici giudiziari del territorio nazionale e il trasferimento immediato e poco meditato del personale in altri uffici “non sarà un buon servizio per cittadini e per lo stesso personale che rappresenta una parte importante del sistema giustizia”, spiega Turco. E la risposta della Cancellieri che difende la riforma come una misura “in linea con le direttive europee”, non soddisfa la Uil Pa e gli altri sindacati della pubblica amministrazione che domani saranno di fronte alle Prefetture per fare volantinaggio, con iniziative diverse organizzate a livello territoriale. L’iniziativa precede quella del 20 settembre, giorno in cui si terrà la mobilitazione nazionale delle tre principali sigle sindacali con presìdi sotto tutte le Prefetture. La storia del “ce lo chiede l’Europa” secondo la Uil Pa “è una copertura rispetto a delle scelte” fatte che risultano come “una forzatura”, “una scelta politica” del governo, mentre “gran parte della politica era orientata a prorogare”. “Questo è un paese che ha bisogno di riforme – precisa Turco - ma in questa occasione non abbiamo avuto confronti né con Severino prima né con Cancellieri ora”. “Avremmo voluto dei tavoli territoriali e regionali” per capire se gli uffici che resteranno aperti sono pronti a recepire il personale degli uffici in chiusura: da domani partirà una rivoluzione che “andava organizzata”, facendo “esami sul posto”. Invece, si farà partire la “riforma nel caos organizzativo” con “il personale che non ha garanzie e che non sa cosa deve fare” e tutto questo senza che ci sia stato “il confronto con le parti sociali”. “Dal confronto – spiega Turco - sarebbe uscita una situazione migliore per partire diversamente e fare funzionare” il sistema giustizia. Nell’incontro con il ministro Cancellieri “abbiamo contestato la metodologia, abbiamo detto che non chiedevamo il rinvio della riforma per una questione politica, ma perché abbiamo il sentore che da domani sarà il caos”, però, spiega il rappresentante nazionale Uil Pa, la Guardasigilli “non ha chiuso come solitamente si fa nelle trattative, dando delle risposte e dei chiarimenti alle nostre domande e alle nostre perplessità”. Sulla riforma “sono pronto a ricredermi, ma al momento sono scettico”, dice il rappresentante della Uil Pa secondo il quale “ci saranno dei ritardi inevitabili e probabilmente aumenteranno le prescrizioni”. In questo modo, “si dà il colpo di grazia a un sistema di giustizia” che “è già sotto attacco”. “Chiedevamo una riorganizzazione e una modernizzazione della struttura”, visto che “utilizziamo le stesse procedure di 50 anni fa”, oltre a un aumento del personale che al momento è “allo stremo”. “Non sarà mai possibile migliorare la qualità della giustizia senza un tavolo in cui tutti si confrontano con pari dignità. Quando si uscirà a fare – conclude Turco - allora si potrà concorrere a rendere migliore il sistema giustizia”. (Cle – 13 set)


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