L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in questi giorni ha imposto al Governo l’adozione di provvedimenti volti ad impedire al massimo episodi ed occasioni di contagio. Tra questi vi sono la forte limitazione degli spostamenti sul territorio nazionale (i DPCM 8 e 9 marzo 2020 consentono gli spostamenti solo per comprovate esigenze lavorative o per situazioni di necessità ovvero per motivi di salute) e la limitazione della presenza di personale negli uffici pubblici sì da evitare il più possibile lo spostamento di quest’ultimo.
La riduzione della presenza di personale negli uffici pubblici viene perseguita contraendo le attività da svolgere (la direttiva 2/2020 della Funzione Pubblica afferma che “le amministrazioni, nell’ambito delle proprie competenze istituzionali, svolgono le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza e le attività indifferibili con riferimento sia all’utenza interna…. sia all’utenza esterna”) e rendendo il ricorso al lavoro agile “modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa”.
In tale contesto emergenziale, risultano fondati e meritevoli di tutela i timori dei colleghi che lavorano in posizione di distacco presso altri uffici il cui provvedimento di mobilità temporanea (distacco e comando) è scaduto nei giorni scorsi ovvero è prossimo alla scadenza. Spostarsi in questa situazione di crisi sanitaria, talvolta anche per centinaia di chilometri, può essere pericoloso per la salute del lavoratore e potrebbe risultare poco utile per l’ufficio presso il quale il lavoratore deve rientrare il quale già opera a scartamento ridotto.
Per tale motivo CGIL CISL e UIL chiedono che i provvedimenti di mobilità temporanea (distacchi e comandi) già scaduti ovvero prossimi alla scadenza siano prorogati d’ufficio al termine della emergenza da Covid-19.
Confidando in un positivo riscontro, si porgono distinti saluti
Roma, 14 marzo 2020
FP CGIL CISL FP UIL PA
Russo Marra Amoroso
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