Le scriventi organizzazioni sindacali, visto il dpcm del 9/3/2020, con il quale è stata disposta l’estensione a tutta Italia delle norme restrittive di cui al dpcm del 8/3/2020, considerata l’eccezionale situazione di emergenza che ha determinato l’adozione di tali provvedimenti, e al fine di non vanificarne la finalità, chiedono che sia valutata con urgenza, su tutto il territorio nazionale, la sospensione dei termini processuali, con le modalità di cui alla legge 742/69, fino al 3/4/2020 e non limitatamente ai soli procedimenti di cui all’art. 1, comma 1, del DL 11/2020.

Il DL 8/3/2020 n. 11 ha infatti disposto all’art. 1, comma 1, che le udienze non saranno tenute e, al comma 2, che sono sospesi i termini per i procedimenti di cui al comma 1 (oltretutto solo per 2 settimane). Premesso che non è chiaro quali siano i procedimenti per i quali sono sospesi i termini (i procedimenti penali con sentenza già emessa, ma non ancora irrevocabile, sono da considerare pendenti? Se non sono tali agli effetti del comma 2 dell’art. 1, i termini decorreranno e le parti e i loro difensori avranno diritto ad accedere agli uffici per visionare gli atti e per depositare le impugnazioni, con conseguente esecuzione delle sentenze non impugnate), è evidente che una materia di tale delicatezza non può essere rimessa alla interpretazione e alla regolamentazione dei singoli uffici, ma esige una disciplina più chiara e congruente con gli altri provvedimenti adottati per l’emergenza epidemiologica e soprattutto univoca.

In più, ci corre l’obbligo rappresentare che per effetto di quanto disposto, e di quanto non disposto, dal DL 11/2020, negli uffici ci sono preoccupazioni circa l’utilizzo delle ferie, secondo le raccomandazioni del dpcm del 9/3/2020 e l’effettivo accesso a forme di lavoro flessibili come lo smart working.

Per questo avvertiamo la necessità di richiedere ai vertici dell’amministrazione in indirizzo di fornire indicazioni più stringenti ai dirigenti di tutti gli uffici periferici, finalizzate al concreto utilizzo dello smart working, circa le attività effettivamente lavorabili da remoto, le modalità e disponibilità di utilizzo di apparecchiature dedicate, favorendo anche il confronto in sede locale con le organizzazioni sindacali e le RSU nella attuazione delle disposizioni di legge e dell’amministrazione centrale.

Il caos organizzativo in cui si trovano gli uffici, che stanno adottando provvedimenti eterogenei, genera confusione e rischia di vanificare i sacrifici richiesti e le restrizioni imposte ad ognuno di noi come singoli cittadini.

Per tutto quanto sopra chiediamo di poter essere informati, eventualmente anche con una convocazione in videoconferenza, circa le determinazioni che vorrete assumere.

Distinti saluti

Roma, 11 marzo 2020

 

                     FP CGIL                                                          CISL FP                                           UIL PA

                      Russo                                                             Marra                                              Amoroso