Oggetto: I Lavoratori della Giustizia sono agli arresti domiciliari.

               Abbiamo appreso che nella Legge si stabilità di prossima approvazione, per l’ennesima volta, è stato riproposto il blocco dei COMANDI e dei DISTACCHI del Personale della Giustizia verso altre Amministrazioni.

Come ben saprà la sciagurata riforma della Geografia giudiziaria e di quella penitenziaria, ha comportato per moltissimo personale, una forma di pendolarismo gravissima, onerosa e ben lungi dai limiti dei posti a tutela dei lavoratori pubblici posti in mobilità.

               Da anni il Personale della Giustizia prova ad esercitare il medesimo diritto di ogni dipendente – pubblico e privato – ad avvicinarsi presso una sede lavorativa prossima ai propri affetti e/o interessi.

               Tutto ciò viene loro negato come tanti altri diritti – solo perché Lavoratore della Giustizia: si figuri che attualmente non è possibile essere distaccati in altri uffici di località ove non vi sono Sedi della Giustizia neppure per attendere a gravi esigenze di cura della salute.

               Questa è l’ennesima riprova dell’attenzione che la tecnostruttura del Ministero ripone nei confronti delle Lavoratrici e dei Lavoratori della Giustizia; tuttavia se tale emendamento diverrà Legge, perpetuando l’ennesima ingiustizia nei confronti dei Lavoratori della Giustizia, la Responsabilità Politica graverà interamente sul Ministro della Giustizia in carica.

Ci attendiamo un atto di coraggio da parte di codesta amministrazione: LIBERARE i Lavoratori della Giustizia “dagli arresti domiciliari”!!!

Distinti saluti

Roma, 20.12.2019

FP CGIL                                                   CISL FP                                                UIL PA

Russo/Meloni                                             Marra                                                 Amoroso

 

 

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