CONTINUA IL BLOCCO DEI CONTRATTI E DELLE RETRIBUZIONI:

SE NE ACCORGONO PERSINO I GIORNALI.

UNA BOMBA A OROLOGERIA CHE INVESTE LA SOCIETA'

 

Notiamo con soddisfazione, anche se ne avremmo volentieri fatto a meno, che con qualche anno di ritardo la stampa nazionale (Articolo del sole 24 ore di oggi in prima pagina) si accorge che tre milioni e mezzo di lavoratori, più le loro famiglie, sono dal 2009 senza rinnovi contrattuali, senza scatti per chi ce li ha, senza avanzamenti di carriera o economici, il tutto fino al 2015. La perdita economica è stimata oltre il 10% delle retribuzioni.  Ma notiamo anche e purtroppo che gli autori dei servizi non si pongono una domanda che invece, secondo noi, un acuto osservatore della realtà di fronte alla situazione denunciata dovrebbe porsi: quali possono essere gli effetti deleteri per l'economia che questa bomba a orologeria può provocare nel già disastrato panorama economico del Paese?.

Riduzione dei consumi, depressione professionale, effetto boomerang sulle entrate contributive, pensioni falcidiate, impiegati demotivati, servizi scadenti.

Ora viene da chiedersi in quale Paese hanno vissuto finora questi giornalisti che suonano l'allarme dopo che il grosso dei danni è stato prodotto e sembrano addirittura giustificare, in nome di chissà quale spirito risanatore e purificatore, ulteriori misure restrittive.

Dov'erano quando fin dalle prime avvisaglie di questa politica economica suicida (dal 2008 per interderci con i primi blocchi salariali e con le successive manovre e con la riforma Brunetta) si teorizzava la distruzione sistematica della pubblica amministrazione, si additavano all'opinione pubblica i veri colpevoli dello sfascio, cioè i lavoratori pubblici fannulloni, con la complicità della maggior parte delle testate giornalistiche nazionali.

Dov'erano quando la UIL, a volte da sola, proclamava scioperi e manifestazioni per denunciare questa vergognosa campagna mediatica e, soprattutto, questa indegna politica economica che ci ha condotti fin qui.

Dov'erano quando alcuni mesi orsono, insieme ad altre OO.SS. di categoria abbiamo denunciato tutto questo, con dati ufficiali, lanciando una campagna di sensibilizzazione sulla questione salariale nel P.I.?

Sono state create le condizioni per determinare nella società una nuova classe di poveri rappresentati dai lavoratori pubblici, dalle loro famiglie e dai pensionati del settore che faranno sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese.

E' vero che la spesa pubblica per retribuzioni è diminuita sia in termini reali che in rapporto al PIL ma, chiediamo ai nostri esperti, è questo il sistema per uscire dalla crisi? è questo quello che vogliamo per la nostra pubblica amministrazione o forse era il sistema più semplice per rastrellare risorse e continuare a sprecarle come hanno fatto finora?

Abbiamo più volte indicato la strada per ridurre i costi della Pubblica amministrazione che non è certo quella di distruggerla. Ora un Governo sfiduciato anche dalle urne, con il silenzio complice e interessato delle forze politiche uscite più o meno vittoriose dal confronto elettorale, si appresta ad emanare una disposizione che darà un colpo definitivo alle economie di milioni di famiglie "senza possibilità di recupero".

Lo stesso Governo e le stesse forze politiche che non hanno voluto riformare se stessi, ridurre le proprie retribuzioni, abbattere i propri costi nonostante gli incredibili scandali venuti alla luce in questi ultimi anni.

Noi continueremo a denunciare in tutte le sedi questa condizione che riteniamo oltre che ingiusta, deleteria in termini economici e sociali.

Riportiamo in allegato lo studio presentato in occasione del convegno "E'QUESTIONE SALARIALE" dove anche i giornalisti del SOLE 24 ORE potranno attingere informazioni utili per le loro inchieste.