Oggetto: Relazioni Sindacali – Trasparenza – Criticità
Signor Ministro,
Il Sistema delle relazioni sindacali, secondo quanto afferma il vigente CCNL, è lo strumento per costruire relazioni stabili tra amministrazioni pubbliche e soggetti sindacali, improntate alla partecipazione consapevole, al dialogo costruttivo e trasparente, alla reciproca considerazione dei rispettivi diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e risoluzione dei conflitti.
Il sistema delle relazioni sindacali si realizza attraverso due modelli relazionali: la partecipazione e la contrattazione integrativa anche di livello nazionale. La partecipazione è fondamentale per la costruzione di buone relazioni rivolte a processi di miglioramento del servizio pubblico, in questo caso il servizio Giustizia, anche attraverso la crescita e la valorizzazione professionale del Personale Giudiziario. La partecipazione si realizza attraverso l’informazione, il confronto e gli organismi paritetici. A differenza degli altri dipartimenti e degli Archivi Notarli, le relazioni sindacali presso l’amministrazione giudiziaria sono pressoché inesistenti.
In un anno l’unico incontro che abbiamo avuto con Lei, a parte quello di presentazione all’inizio di agosto 2018, risale al 2 aprile scorso e in quella unica occasione non ha fornito notizie e dati certi sulle varie problematiche del Personale. Con il Sottosegretario Ferraresi, che ha la delega al personale, abbiamo avuto solo due incontri, il 10 gennaio ed il 25 giugno 2019. Inoltre ci sono stati due incontri bilaterali con le singole organizzazioni sindacali per la presentazione dei nuovi responsabili del Dipartimento e della Direzione Generale del Personale. Ma la vera nota dolente riguarda l’informazione. L’obbligo di informazione a carico del datore pubblico trova il suo fondamento nella norma contrattuale (artt. 4 CCNL Funzioni Centrali e 7 CCNI) corroborata dalla vigente normativa in tema di trasparenza. Paradigmatico è il contenuto degli artt. 1 e 2 del D.L.vo 33/2013: “la trasparenza è intesa come accessibilità totale dei dati e documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, allo scopo di tutelare i diritti dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa e favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche” (art.1); “le disposizioni del presente decreto disciplinano la libertà di accesso di chiunque ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni …, garantita, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi pubblici e privati giuridicamente rilevanti, tramite l’accesso civico e tramite la pubblicazione di documenti, informazioni e dati concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni e le modalità per la loro realizzazione” (art.2).
Orbene alle organizzazioni sindacali vengono sporadicamente comunicati provvedimenti organizzativi e di riordino di Dipartimenti, Direzioni, Reparti ed Uffici, i quali sono adottati senza un minimo di confronto, costruttivo e trasparente, con le parti sociali. Sui provvedimenti che riguardano il personale, specie in tema di mobilità, il sindacato confederale ha invano chiesto di essere formalmente informato con particolare riferimento ai provvedimenti adottati ex lege 104/92 ed ex art. 42 bis. Non si conoscono pertanto su tale materia i criteri in base ai quali l’amministrazione accoglie o rigetta le istanze essendo stata tale materia sottratta ad ogni confronto con le organizzazioni sindacali. Emblematico in tema di mobilità è il contenuto di un provvedimento a firma del DG del personale (all 1 e 2) rispetto al quale il sindacato confederale ha chiesto chiarimenti senza avere alcuna risposta. Stessa sorte hanno avuto decine e decine di segnalazioni e richieste di intervento che congiuntamente e disgiuntamente le scriventi organizzazioni sindacali hanno inoltrato in merito a violazioni di norme di legge e di contratto in tema di gestione del rapporto di lavoro, di organizzazione degli uffici e di relazioni sindacali presso gli uffici periferici. Emblematica è anche la situazione della DGSIA rispetto alla cui organizzazione e gestione nessuna informazione viene data alle organizzazioni sindacali. Inoltre tutte le note inoltrate congiuntamente e disgiuntamente su tale settore sono rimaste inspiegabilmente senza risposta. Nulla trapela sulle tempistiche relative all’assorbimento degli ulteriori 400 assistenti giudiziari da assumere dalla graduatoria dell’ultimo concorso. Nulla si sa su modalità, criteri e tempi per l’assunzione dei 600 operatori giudiziari e per l’assunzione dei 100 autisti. Ad onta delle iniziative di lotta poste in essere dal sindacato confederale nulla si sa sulla pubblicazione del bando per il transito degli ausiliari in area seconda, del bando per il transito di contabili, assistenti linguistici ed informatici in area terza, sullo scorrimento delle graduatorie formate in applicazione dell’art.21 quater. Nella sostanza ed in estrema sintesi il Ministero della Giustizia che dovrebbe essere garante della legalità viola sistematicamente, oltre alla normativa contrattuale in tema di informazione, il principio della trasparenza che, come affermano le linee guida dell’ANAC, è “principio cardine e fondamentale dell’organizzazione delle pubbliche amministrazioni e dei loro rapporti coi cittadini”.
Se questa è la situazione non meraviglia poi che il Comitato Unico di Garanzia, previsto dalla legge, non sia mai stato convocato né che l’Organismo Paritetico per l’Innovazione, previsto dal CCNL, non sia stato neppure costituito.
La situazione sopra descritta non è più sostenibile innanzitutto politicamente. Per tale motivo la invitiamo a dare specifiche disposizioni agli uffici del dipartimento dell’organizzazione giudiziaria affinchè siano scrupolosamente osservate le norme sulla trasparenza, siano riscontrate tutte richieste di parte sindacale e sia garantito il rispetto degli accordi siglati con le organizzazioni sindacali.
Confidiamo che i parlamentari che leggono per conoscenza adotteranno ogni utile iniziativa affinchè sia assicurato il pieno rispetto del principio di trasparenza da parte del Ministero della Giustizia.
Distinti saluti
Roma, 9 luglio 2019
FP CGIL CISL FP UIL PA
La presente e-mail è stata trasmessa ai sensi del Codice penale art. 616 ed ai sensi del Dlgs 196/2003 artt. 7, 9 e 24