LETTERA APERTA AI LAVORATORI DELLA GIUSTIZIA

 

Caro/a collega,

 

Nella Giustizia, ed in particolare nella Organizzazione Giudiziaria, una istanza dei lavoratori in particolare è rimasta insoddisfatta, quella della “riqualificazione”. La riqualificazione non è una velleità del lavoratore ma un suo precipuo diritto ossia il diritto alla carriera, il diritto a migliorare la propria posizione nell’organizzazione dell’ufficio ottenendo una retribuzione più alta. Per soddisfare tale diritto, dopo 17 anni durante i quali  c’è stata solo un mera progressione economica, il 26 aprile 2017 abbiamo sottoscritto con altre due sigle sindacali un importante accordo il quale, come certamente saprai, prevede, tra l’altro, in considerazione delle risorse allora disponibili nel FUA, due procedure di progressione economica, progressioni giuridiche nelle aree (attraverso i cambi di profilo mediante lo strumento della flessibilità), progressioni tra le aree (ossia il transito degli ausiliari in area seconda ed il transito dei contabili e degli assistenti informatici e linguistici in area terza), l’integrale scorrimento delle graduatorie formate a seguito dell’applicazione dell’art.21 quater della legge 132/2015 entro il 30 giugno 2019.

 

La firma dell’accordo del 26 aprile non è stata una operazione elettoralistica, ossia realizzata nell’imminenza delle elezioni per consentire al ministro di turno di guadagnare voti,  né è intervenuta per altri fini più o meno strumentali, ma si è collocata a conclusione di un processo riformatore attraverso il quale, con la riorganizzazione del ministero e l’introduzione del processo telematico, riconosceva al personale un ruolo centrale e, per tale motivo, investiva sulla sua riqualificazione professionale attraverso  due strumenti: l’art.1 quater della legge 132/2015  (con il passaggio dei cancellieri e degli ufficiali giudiziari in area terza con la procedura del corso concorso) e appunto l’accordo del 26 aprile 2017. L’importanza che l’accordo del 26 aprile riveste anche per l’amministrazione è innegabile. L’accordo, infatti, firmato dal ministro in carica - caso unico nella storia delle relazioni sindacali nelle amministrazioni centrali - è stato recepito in un decreto ministeriale ossia in un provvedimento avente il contenuto della legge.

 

Come certamente sai, l’accordo del 26 aprile non è stato applicato. Più correttamente possiamo affermare, senza tema di smentita, che l’amministrazione non ha mantenuto gli impegni assunti. Solo le due procedure di progressione economica sono state avviate e, per responsabilità del Ministero, con grave ritardo. Durante le trattative sulla definizione dei criteri delle progressioni 2017 forte è stato lo scontro con l’amministrazione perché la stessa ha chiesto con forza, fino a porre il veto, la semplificazione dei criteri di valutazione dei titoli di studio per velocizzare lo scrutinio delle domande sì da chiuderlo entro il 2017. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le graduatorie sono state pubblicate a fine 2018 per cui abbiamo perso una annualità di incrementi retributivi (le progressioni 2017 saranno pagate con decorrenza 2018); il pagamento effettivo delle somme ad oggi non è ancora avvenuto.

 

Roma, 24 maggio 2019

 

FP CGIL                                                           CISL FP                                                  UIL PA

Meloni                                                               Marra                                                      Amoroso

 

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