L’atteso incontro con il Ministro Bonafede ha prodotto alcune risposte in parte attese e prevedibili, qualche novità, sicuramente molti impegni, ma restano in piedi alcuni temi delicati della vertenza generale che ha condotto alla proclamazione dello stato di agitazione.

Nel merito il Ministro ha presentato un pacchetto complessivo di circa 4200 assunzioni in deroga al blocco previsto dalla legge di Stabilità, e con decorrenza 16 luglio 2019, con conseguente riverbero sulle procedure interne di riqualificazione dei lavoratori, così ripartito:

1850 funzionari giudiziari, con conseguente scorrimento ex 21 quater di pari numero a cui aggiungere 71 scorrimenti già definiti sulla base delle assunzioni effettuate; 903 assistenti giudiziari, tramite lo scorrimento della graduatoria vigente degli idonei; 600 operatori, tramite la procedura selettiva ex art. 16 della legge 56/87, da destinare al personale precario; 600 operatori tramite il passaggio dalla prima alla seconda area di altrettanti ausiliari; 190 profili tecnici di cui 63 funzionari della istituenda area tecnica di seconda a terza area; i restanti posti saranno ripartiti tra autisti, Cancellieri e direttori in numero ancora non definito; 800 assunzioni complessive negli altri Dipartimenti, senza ulteriori specificazioni rispetto alla loro ripartizione.

Questo processo assunzioniale si basa naturalmente solo sulle autorizzazioni ottenute dai vari provvedimenti normativi per il 2019, resta ancora da definire il piano complessivo che determinerà effetti fino al 2021, sulla base del turn over, a partire dalla metà del prossimo mese dì novembre.

Si tratta di un piano di assunzioni certamente rispettabile e senza riferimenti recenti nella storia del Ministero, che però lascia sul tappeto ancora seri problemi, sia rispetto agli obiettivi di attuazione dell’Accordo del 26 aprile 2017, ed alle scadenze in esso previste, che in relazione ai drammatici vuoti che si stanno determinando negli organici per effetto del massiccio trend di uscite, incrementato in modo esponenziale dalla cosiddetta “quota 100”.

A questo occorre aggiungere la pubblicazione, il prossimo 8 aprile, del bando per le progressioni economiche in attuazione dell’accordo definitivamente sottoscritto il 10 gennaio scorso.

Sin qui gli impegni che hanno carattere di ragionevole certezza, ovvero certamente verificabili nel breve periodo.

A questi vanno aggiunti gli impegni ad avviare il confronto sul piano di revisione dei fabbisogni professionali e degli organici, tramite un tavolo di confronto ad hoc da intraprendere a livello nazionale e di ampliare i processi di mobilità volontaria sia nei numeri che rispetto alle qualifiche professionali coinvolte.

Da parte nostra abbiamo rappresentato:

  • La necessità di concludere il processo avviato ex art. 21 quater, riconoscendo il diritto alla progressione giuridica dalla II alla III area a tutto il personale avente diritto (Cancellieri e Ufficiali Giudiziari) ed avviando i bandi per tutte le professionalità inizialmente escluse dal processo (Contabili Informatici e Linguistici);
  • L’esigenza di dare attuazione a tutte le clausole contenute nell’accordo del 26 aprile 2017, in particolare per tutto quello che è rimasto lettera morta, a partire dai passaggi giuridici all’interno delle aree e da una revisione strutturale della dotazione organica e dei relativi fabbisogni, tramite il superamento della prima area funzionale;
  • La necessità urgente e indifferibile di reperire nuove risorse per il FUA, attraverso il reperimento di stanziamenti extra possibilmente provenienti da stanziamenti straordinari da bilancio oppure da voci del bilancio interno all’Amministrazione, attraverso una specifica previsione normativa, in modo da incrementare il salario accessorio dei lavoratori e avere certezze sul prosieguo dei processi di progressione economica;
  • La necessità che il Ministro prenda posizione in maniera netta e chiara contro le iniziative parlamentari volte a sottrarre agli ufficiali giudiziari competenze in favore di soggetti estranei alla pubblica amministrazione nonché la necessità di potenziare le attribuzioni di tale categoria professionale attraverso la possibilità di redigere l’atto di constatazione ed attraverso la reinternalizzazione del recupero crediti di giustizia. Quest’ultima accrescerebbe enormemente le entrate della Giustizia con vantaggio anche per tutti i lavoratori i quali potrebbero beneficiare di un FUA più ricco.
  • L’esigenza di rafforzare la struttura centrale che deve operare sull’attuazione degli accordi, in modo da garantire una maggiore speditezza rispetto ai ritardi che purtroppo si registrano regolarmente allo stato;
  • La necessità di avere una parametrazione attendibile sul piano assunzioni complessivo, considerato che anche i numeri annunciati appaiono insufficienti alla copertura di carenze che prevedono una emorragia, entro il 2021, di circa la metà del personale, al fine di definire in modo puntuale il fabbisogno assunzionale incrementando le previsioni per ciascun profilo professionale.
  • La necessità di ampliare gli organici degli archivi notarili al fine di consentire la piena funzionalità degli uffici (sul punto la parte pubblica ha dichiarato la disponibilità dell’amministrazione a sostenere in Parlamento l’approvazione di un provvedimento legislativo ad hoc su tale problematica). Ricordiamo che gli Archivi Notarili sono stati l'unica amministrazione all'interno del ministero della Giustizia a subire  i tagli della pianta organica anche in periferia
  • La necessità di ripristinare presso l’amministrazione penitenziaria corrette relazioni sindacali attraverso l’apertura di un confronto, al momento inesistente, su tutte le gravi questioni che affliggono il settore a partire da quella concernente le ritenute per la malattia.  Il ripristino dell’indecurtabilità dell’indennità penitenziaria, intesa quale indennizzo per il rischio dell’incolumità, è un punto fermo per CGIL CISL e UIL. Sul punto abbiamo rammentato al Ministro l’impegno assunto in tal senso sin dal 1 agosto dello scorso anno e sin qui ancora non assolto.

Per queste ragioni non riteniamo di sospendere lo stato di agitazione

che deve proseguire fino al pieno raggiungimento degli obiettivi prefissati nei documenti unitari del 7/3/2019 e 19/3/2019, tramite iniziative che devono incalzare e sollecitare l’Amministrazione al rispetto degli impegni assunti, a definire tempistiche certe, a dare garanzie concrete che corroborino l’impegno del Ministro al costante confronto con le parti sociali, evitando che questo rimanga una mera proposizione di principio.

Sono tanti i problemi ancora irrisolti e tra questi va definito un percorso che riguarda il confronto sul nuovo Contratto Integrativo e sulle tutele e sui diritti dei lavoratori, troppo spesso misconosciuti e discriminati.

Ma siamo e resteremo al fianco dei lavoratori della Giustizia, per ridare dignità ai diritti ed al lavoro, sapendo che solo così si può rendere un servizio efficace ai cittadini.

Roma, 2 aprile 2019

 

                              FP CGIL                                                  CISL FP                                         UIL PA

                               Meloni                                                     Marra                                            Amoroso

 

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