Lo scrivente nell’ultimo biennio ha svolto più di cento assemblee negli Uffici ed Istituti del Ministero della Giustizia sparsi in altrettante città del nostro Paese. Da questo ininterrotto contatto con i lavoratori si è potuto ricavare uno spaccato reale della gravità delle condizioni e delle problematiche del Servizio Giustizia, di cui ci occuperà in successive interlocuzioni.
Preme, in questa nota, evidenziare come dalla visita fatta ai tanti luoghi di lavoro emerga con forza un’altra e poco conosciuta caratteristica negativa che accomuna tutti i variegati Servizi del Ministero della Giustizia: la scarsa ed incompleta (a voler essere generosi) informatizzazione delle postazioni lavorative e, quindi, dei procedimenti.
Quest’ultima peculiarità negativa stupisce, se si voglia anche solo considerare quelli che sarebbero dovuti essere gli effetti del Piano Straordinario per la digitalizzazione della Giustizia, che con un finanziamento di più di tre milioni di euro, si poneva, tra gli altri, l’obiettivo - così come rilevabile già dalla premessa dell’Accordo attuativo del citato Piano, sottoscritto tra Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento Digitalizzazione della PA, DigitPA e Ministero della Giustizia – “la digitalizzazione degli atti; la digitalizzazione dei registri”.
A tutt’oggi, questo obiettivo rimane ambizioso perché almeno più del 50% dei colleghi è privo di postazione informatica, quindi di strumento di collegamento in tempo reale - internet ed email – potendo operare ancora solo in modalità cartacea e non integrata (elettronica e cartacea) come avviene in molti Enti, nei quali, peraltro si sta attuando la piena digitalizzazione del flusso documentale.
Parafrasando Antonio Lubrano, “la domanda sorge spontanea”: che fine hanno fatto le risorse economiche del citato piano straordinario (a cui si sono aggiunti i successivi, ingenti finanziamenti per PCT, ecc, ecc.)?
Perché non è stata perseguita la digitalizzazione di atti e registri?
Perché non sono state dotate tutte le postazioni di lavoro di strumenti informatici, email ed accesso ad internet.
Infine, ed alla luce delle domande di cui sopra, perché ci si stupisce ancora della lentezza di Giustizia?
Lo scrivente e la UILPA aspettano – consapevoli dei tempi della Giustizia – una chiara e - almeno per una volta - circostanziata risposta a questi perché.
Cordiali saluti.

Roma, 25 febbraio 2019

Il Coordinatore Nazionale
Domenico Amorso

Allegati:
- lettera con indirizzi