On.le Alfonso Bonafede
Ministro della Giustizia
La Pandemia che sta affliggendo il nostro Paese ha indotto il Governo e le parti sociali, sin dalle prime fasi dell’emergenza, ad instaurare un dialogo fecondo al fine di individuare punti fermi e condivisi nella lotta al contagio e ad al fine di coniugare la tutela della salute pubblica con quella del lavoro e dell’economia della nazione. Dopo la stipula del “Protocollo condiviso sulla regolamentazione delle misure per il contrato e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”, avventa il 14 marzo scorso, questo proficuo dialogo è proseguito con il Ministro della Funzione Pubblica al fine di estendere quelle tutele al lavoro pubblico. Con soddisfazione le scriventi federazioni nazionali hanno apposto la firma al “Protocollo di accordo per la prevenzione e la sicurezza dei dipendenti pubblici in ordine all’emergenza sanitaria da Covid-19” lo scorso 3 aprile (un documento identico è stato sottoscritto dai sindacati autonomi il successivo 8 aprile) in quanto tale atto negoziale ha riconosciuto il ruolo delle organizzazioni sindacali anche nel pubblico impiego mettendo al centro delle iniziative volte a contenere il contagio proprio il confronto con il sindacato in tutte le pubbliche amministrazioni, centrali e periferiche.
Il confronto su tale importante materia, dopo la firma dei protocolli di cui innanzi, si è aperto anche in ciascuna delle amministrazioni della Giustizia. Ma nell’organizzazione giudiziaria lo stesso ha avuto un esito infausto. Ed invero, dopo l’inoltro di due proposte di accordo e lo svolgimento, a seguire, di due riunioni in confence call, mentre si era in attesa di una ulteriore convocazione per definire il negoziato in tempo utile in vista dell’inizio delle attività processuali, fissato dalla legge per il prossimo 12 maggio, il Dipartimento ha unilateralmente deliberato sulla materia inviando a tutti gli uffici, centrali e periferici, una articolata e dettagliata circolare il 2 maggio scorso (all 1). Ci chiediamo se la delibera unilaterale del Dipartimento rappresenti anche la volontà Sua di disconoscere il protocollo del 3 Aprile u.s., firmato da un Ministro del medesimo Governo, da Cgil, Cisl e Uil e dalle federazioni di categoria del pubblico impiego.
E’ bene precisare che CGIL CISL e UIL, in merito all’ultima proposta della parte pubblica, in occasione dell’incontro tenutosi il 30 aprile, avevano lamentato, tra l’altro: l’assenza di garanzie sulla esigibilità dell’accordo nei posti di lavoro (tali garanzie viceversa erano contemplate in maniera pregnante nel protocollo del 3 aprile laddove si prevedeva espressamente il monitoraggio periodico della sua applicazione “anche attraverso segnalazioni all’ispettorato per la Funzione Pubblica che provvederà ad aggiornare le parti in maniera costante e continuativa sugli esiti delle segnalazioni ricevute”); l’assenza di riferimenti specifici ai Dispositivi di Protezione Individuale da fornire ai lavoratori più a rischio in ragione delle attività svolte (ufficiali giudiziari, conducenti di automezzi, addetti al front office ed alle udienze); il mancato accoglimento delle richieste in tema di ufficiali giudiziari (questi lavoratori sono particolarmente esposti in quanto svolgono attività all’esterno dell’ufficio) e precisamente l’applicazione dell’art. 492 bis cpc, la realizzazione del progetto tablet, la predisposizione di un collegamento telematico stabile con le autorità sanitarie locali per poter effettuare in sicurezza gli accessi presso le abitazioni, le individuazione di misure di prevenzione specifiche per lavoratori ed uffici NEP tra cui collegamenti telematici per la ricezione atti, per il pagamento on line dei diritti, per il controllo degli atti in cancelleria (sul punto il dipartimento si è riservato di emanare una circolare, rifiutandosi quindi di negoziare, rinviando la discussione relativa al 492 bis cpc ed progetto tablet ad un tavolo tecnico che non si riunisce da oltre un anno); l’assenza di un qualsivoglia riferimento al protocollo sottoscritto con il Ministro della Funzione Pubblica il 3 aprile 2020 dal sindacato confederale e l’8 aprile dai sindacati autonomi.
Su quest’ultimo punto giova precisare che CGIL CISL e UIL, nel corso delle trattative, hanno rivendicato con fermezza l’applicazione anche nella Giustizia del protocollo firmato con il Ministro della Funzione Pubblica in analogia con quanto avvenuto in altre pubbliche amministrazioni. Purtroppo sul punto però hanno riscontrato la inspiegabile, pervicace e miope opposizione del Capo Dipartimento che ha continuato ad omettere ogni riferimento al protocollo nelle sue proposte di accordo … salvo poi inserirlo nella circolare sulla materia dalla stessa diramata ex abrupto a trattative in corso il 2 maggio scorso.
Non è questo il modo di gestire le relazioni sindacali in un settore nevralgico dello Stato e, soprattutto, in una delicatissima fase emergenziale come questa. Per tale motivo CGIL CISL e UIL chiedono il suo diretto intervento anche attraverso la convocazione di un apposito incontro.
Distinti saluti
Roma, 4 maggio 2020
FP CGIL CISL FP UIL PA
Oliverio Marinelli Amoroso
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